giovedì 9 maggio 2013

I giovani e il lavoro che non c'è

Il recente post Reset!  di Serpico mi sta proprio qui, e non riesco a non pensarci. Per tanti motivi. Intanto credo che la crisi economica in cui ci troviamo sia più grave di quello che pensa la gente e che non ne usciremo tanto presto e tanto facilmente. E penso anche che sia colpa nostra, del modo in cui abbiamo vissuto gli ultimi anni, parecchi anni.

Chi paga sono i lavoratori, quelli che dovrebbero lavorare, specie i giovani. Come Dario Serpico. Pensare che il Veneto con i suoi infiniti capannoni all'interno di ognuno dei quali c'è almeno un'impresa piccola e efficiente è (o era) portato come modello dai leghisti (OK, i nostri leghisti non sono mai stati leghisti).


Non sono nemmeno più tanto sicuro di quello che raccontavo un anno fa (qui: Aliciotta) dovrei controllare se quella boita esiste ancora o ha chiuso come tante. Magari per riaprire come nuova non pagando debiti (i lavoratori ultraprecari e in nero che più nero non si può, (nero come il carbon! (cit.))) e le tasse.

Capitano cose che mi confermano che c'è qualcosa di molto sbagliato. Da qualche mese tengo d'occhio un paio di case in costruzione (lungo il percorso del Sadem per Torino) sempre allo stesso punto, ferme, i cantieri deserti. In compenso il complesso residenziale di cui parlavo in La sigla misteriosa cresce: ci sono ben due gru. Siccome il permesso di costruzione scade dopo un anno dalla data del rilascio (non sono aggiornato ma fino a poco tempo fa era così) il costruttore evidentemente riesce a vendere queste villette molto più costose degli alloggi normali.
Poi c'è chi i soldi li investe all'estero, un po' di tempo fa andava di moda il Brasile, non so se vale ancora.

Ne usciremo? Quando? Non è il mio campo ma se devo esprimere un parere sono pessimista. Siamo il paese dei beluscanti e berluscati (qualcuno dei quali asserisce di non essere mai stato leghista). E Silvio è appena stato condannato per evasione fiscale. Proprio lo sport praticato da tanti suoi adepti. Che adesso sono tutti a protestare.

1 commento:

  1. Come avevo già scritto a Serpico in un commento sul suo primo sfogo, ammiro il coraggio con cui pubblicamente ha presentato il suo disagio e sono sicuro che con quello stesso coraggio cercherà e troverà la strada verso una soluzione che si spera definitiva.
    Un plauso a te caro Juhan che vedo stai seguendo e prendendo seriamente a cuore anche il solo bisogno di sfogarsi di un amico. E questo aiuta, aiuta molto.

    Sulla crisi e dintorni ho ben poco da dire se non che sono molto preoccupato; anche il mio "vecchio" (44 anni), come tanti in Italia, non lavora ormai da un bel po'.
    Senza nulla togliere ai giovani (tra i quali ci sarò anche io tra qualche anno), io credo che la situazione lavoro sia critica per loro ma anche e soprattutto per quelli di una certa età che oltre alla loro sussistenza devono pensare anche a quella della propria famiglia. Mi auguro quindi che arrivino al più presto interventi concreti per il lavoro, ma per tutti, non solo per i giovani.

    A Serpico dico solo di tenere duro e di fare comunque qualcosa: la situazione peggiore è rimanere immobili difronte a qualsiasi tipo di problema.

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