martedì 13 marzo 2012

Ricerca etica?


Qualche giorno fa ho pubblicato un post piuttosto critico nei confronti dell'iter seguito per legge nella produzione dei farmaci.
Ho ricevuto al proposito il commento di una laureata in Chimica Farmaceutica: ne sa sicuramente più di me (io ho abbandonato gli studi di Biologia dopo pochi esami, e da allora è passato quasi mezzo secolo!) ciononostante è favorevole, credo di capire,  alla fallace sperimentazione sugli animali perché noi umani “siamo 7 miliardi” e le prove cliniche su umani rappresentano perciò una irrisoria percentuale, da qui deriverebbe la necessità di esperimenti sugli animali...

Ora, se gli esperti ammettono che ci può essere (come c'è effettivamente) tanta variabilità all'interno della stessa specie umana da rendere statisticamente irrilevanti i risultati ottenuti con insufficienti prove cliniche sugli stessi, con quale logica possono anche solo immaginare che prove su altre specie (per definizione altre, ovvero diverse da quella umana) possano dare risultati soddisfacenti e non fuorvianti?

Tali prove comunque, per avere una certa sicurezza almeno di non tossicità, non potranno mai essere fatte su milioni di esemplari - non basterebbe certo sperimentare su poche migliaia, se è vero che tali numeri non sono sufficienti per la specie umana -  per ogni singola specie da esaminare  cioè per tutte quelle non umane a nostra disposizione (tutte diverse una dall'altra, ricordo, nella loro reazione al farmaco): la sperimentazione in questo modo richiederebbe molto più tempo e denaro, e non converrebbe più alle Aziende Farmaceutiche, che, non dimentichiamolo, non sono Enti di beneficenza, ma industrie che come tutte le altre tendono a un giusto profitto.


Insomma, finché le sperimentazioni su animali non saranno veramente validate (cosa ben lontana per ora) con la dimostrazione che sono perfettamente giustapponibili a quelle sulla specie umana, con identici risultati percentuali di tossicità, mortalità, alleviamento di sintomi e guarigioni, non si vede perché non si debba invece investire tempo e denaro nella ricerca di innovative tecniche meno pericolose per l'uomo innanzi tutto e, en passant, senza inutili e superflue sofferenze animali.
Se non ho capito male Paolo Gifh il Chimico impertinente nel suo post "le tre R del farmacologo etico"  
sostiene una tesi similare.

Ci sono altri campi in cui è utilizzata la sperimentazione animale. Quella che davvero “grida vendetta al cielo” è quella per produrre detersivi, cosmetici e una miriade di altre cose, in cui la sperimentazione animale è utilizzata dai produttori quasi solo per garantirsi immunità legale, in caso sorgano problemi con l'utente. Anche questa sperimentazione è richiesta per legge... Ogni volta che un detersivo ha una “nuova formula! più bianco del bianco!” è proprio necessario ricominciare tutta la trafila, iniettando per esempio negli occhi di conigli la sostanza leggermente variata per notare che anche questa come le decine di precedenti porta alla necrosi dell'occhio? E chi mai penserebbe di usare un dentifricio iniettandoselo nell'occhio o di mangiarsi qualche chilo di sapone?

moderno test inventato nel 1944, per provare sostanze negli occhi dei conigli


Mi si permetta un esempio solo apparentemente incoerente. È come se una massaia, cambiando la marca di spaghetti, iniziasse tutta una serie di tentativi, provando a cuocerli una volta nell'aceto, un'altra nell'olio, un'altra nella candeggina; una volta con un chilo di sale per etto di pasta, poi con quantità sempre minori; e poi provasse con tempi di cottura variati, da pochi secondi fino all'ora e mezza, per determinare quale sia il tempo ottimale... prima di sfociare nella cottura in acqua come sempre, con la quantità di sale di tutta la vita, e con il tempo di cottura che tutti gli spaghetti dello stesso spessore hanno sempre avuto! Sarebbe comprensibile, ma non giustificabile, solo se venisse pagata tanto più lautamente quanti più di questi tentativi a vuoto avesse compiuto.

Un altro campo in cui si sacrificano vite animali, e in genere animali superiori, è quello della chirurgia. Sia pure nella grande diversità che presentano altri mammiferi rispetto agli umani, la manualità di un chirurgo può necessitare effettivamente di essere esercitata più e più volte su un animale vivo, dopo lo studio teorico dell'anatomia umana e gli interventi su cadaveri umani offerti alla scienza, prima di affrontare la vera esperienza, quella che conta, di intervenire su un corpo umano vivo (e spesso ne occorrono parecchie di queste esperienze dal vivo per formare un grande chirurgo).

Ma la chirurgia per lo meno ha fatto passi da gigante nell'ultimo secolo, ottenendo risultati stupefacenti, mentre la farmacologia, nel suo apparente successo, è rimasta indietro! di fatto, i problemi per esempio di rigetto dopo un trapianto avrebbero dovuto, negli ormai decenni di studio, essere risolti dalla farmacopea, mentre invece dopo un successo chirurgico è tutt'altro che raro l'insuccesso medico, ovvero farmacologico.
Questo perché, come sostengo, si parte dal tetto per costruire la casa!



a che serve creare un topo a due teste? 

Ve la sentite di affrontare questo filmato (uno tra migliaia)?

Vi voglio svelare un segreto: chi è crudele con gli animali, se ne avrà la possibilità sarà crudele anche con i vostri bambini. Questo perché evidentemente manca di quel meccanismo ideato dalla Natura a difesa dei piccoli di tutte le specie, che fa sì che i lineamenti tondeggianti, la testa grossa rispetto al corpo, l'insicurezza nei movimenti faccia scattare un istinto di protezione verso il più debole, l'indifeso, da parte degli adulti anche di altre specie.



2 commenti:

  1. E' un punto di vista che condivido Bruna. Non soi se ci siano studi (molti o pochi) che dimostrano l'utilità della sperimentazione animale. So che c'è chi sostiene che sia possibile provare su colture cellulari e tissutali umane la stessa cosa e meglio che si prova sugli animali. A meno di non immaginare una potente lobby di aziende produttrici di animali da esperimento deve essere fatto ogni sforzo per garantire massima sicurezza per gli umani e minimo impatto sulle altre specie.

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  2. Caro Paolo, quello dei "farmaci", con annessi e connessi (allevamenti di animali ma non solo) è in primis un immenso affare economico! forse ricorderai come per molti anni vennero pubblicate "ricerche" (commissionate dalle industrie tabacchiere) che "dimostravano" non esserci relazione tra cancro al polmone e fumo. Basta utilizzare il tipo di animale adatto e le ricerche possono essere amnpiamente manipolate. Non sono l'unica a pensarla cosi.
    http://www.youtube.com/watch?v=ablYtD3X9rY&feature=share
    È perfettamente vero quel che si dice in questo video: se pensi che ormai la normale vivacità di un bambino deve essere imbrigliata e curata con farmaci, dopo l'invenzione dell'infermità "iperattività"!

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