Cosa fa brillare il Sole?
La domanda, probabilmente vecchia come
la storia della scienza, ha avuto una risposta meno di un secolo fa.
Inizialmente si pensava che il Sole
bruciasse carbone. Peccato che se il se fosse fatto di carbone il
fuoco durerebbe solo circa 1000 anni; e chiaramente non poteva essere
così.
Newton riteneva che il calore solare
derivasse dall'urto di comete, che allora si pensavano più grandi e
massicce. Nei libri di Padre Secchi ci sono accurati calcoli della
massa che le comete avrebbero dovuto avere per render conto del
fenomeno, giungendo a dati irrealistici.
Dopo le scoperte del '700 e
'800 sulla fisica dei gas si iniziò a pensare che potesse essere
causa della contrazione gravitazionale. Un gas compresso si riscalda,
e se il Sole è fatto di gas questo per gravità tende a cadere verso
il centro e aumentare la propria temperatura. Ineccepibile, ma sposta
la data di nascita del Sole a 10 milioni di anni fa, e sulla Terra
troviamo rocce databili a miliardi di anni addietro. Ancora troppo
poco.
Ci vollero quindi la scoperta della
radioattività e la rivoluzione della fisica atomica, nucleare e
quantistica agli inizi del '900, perchè Hans Bethe formulasse (nel
1938) la prima attendibile teoria di come nel Sole quattro nuclei di
idrogeno possono reagire per formare un nucleo di elio.
Come molti qui sanno, sono affascinato
dal Sole: come oggetto di studio scientifico, come stella, come fonte
di energia, e non ultimo come oggetto fotografico.
La cosa risale forse a quando, a dodici o tredici anni, lessi “Luce, Vita. Scienza” di Domenico Eugenio
Ravalico.
Luce, vita e scienza d'oggi
La luce e la vita nei mari
Energia della luce per il mondo delle macchine
La luce e il progresso della scienza
Luce, occhio e visione
Luci, atomi e stelle
La luce e il nostro atomico sole
La luce e l'universo
La luce e la creazione
Bene, un dato che credo di ricordare da
quel fantastico libro è che ogni secondo il nostro Sole trasforma
564 milioni di tonnellate di idrogeno in 560 milioni di tonnellate di
elio. La differenza, grazie all'equazione di Einstein dell'equivalenza fra massa ed energia, va in radiazione. Quattro milioni di tonnellate! E' tanto... ma siamo sicuri?
Mi è venuto in mente di rifare, così
per gioco, i conti di Ravalico. Beh, non è stato facilissimo; per
fortuna oggi c'è wiki (come facevamo, senza? Ah, già, le
enciclopedie, le biblioteche...)
Il Sole riversa sulla Terra oltre un kW
per metro quadro di superficie illuminata. Non è tutta luce
visibile: ci sono anche infrarosso, ultravioletto, e un po' di raggi
X. In totale, fanno 1361 W/m2, misurati giusto fuori
dell'atmosfera, mediati su tutto l'anno, e questo dato si chiama
Costante Solare. Infatti è (quasi) costante.
La Terra gira attorno al Sole a una
distanza media di circa 150 milioni di km.
Quattroterzipigrecoerretre... no, quello è il volume...
quattropigrecoerredue, e il volume della sfera con il raggio pari
alla distanza media Terra-Sole è di 2,81E23 m2.
Quindi il Sole emette 1361 W per
ciascuno di tutti quei metri quadri... fanno 3,84E26 watt, che è la
potenza complessiva emessa dalla nostra stella. Uh! Un sacco,
davvero.
Adesso viene il bello. Dando retta ad
Albert (E=mc2, già vista da qualche parte?) 3,84E26 joule
(watt per secondo) “pesano” 4,28 milioni di tonnellate. Ovvero,
questa è la massa che devo trasformare in energia per ottenere
l'emissione energetica del Sole, ogni secondo. Per dare un'idea,
quando lo Space Shuttle andava in orbita solo un grammo del suo
propellente si trasformava in energia; il resto, in fumo.
E allora, quanto idrogeno ci vuole per
tener caldo il Sole?
La differenza di peso fra quattro
protoni (quattro nuclei di idrogeno, gli elettroni sono lì in giro
ma essenzialmente stanno a guardare) e una particella alfa (un nucleo
di elio, due protoni e due neutroni) è dello 0,7 % circa, a favore
dell'idrogeno. Risultato, ci vanno circa 610 milioni di tonnellate di
idrogeno al secondo, che diventano 606 milioni di tonnellate di elio,
per generare tutta l'energia che serve a scottarmi il naso quando
vado a passeggiare in montagna. Che spreco... e questo da quattro
miliardi di anni e mezzo, e per altri quattro miliardi di anni.
Non sono esattamente i numeri di
Ravalico di 45 anni fa, ma insomma – stasera vado a dormire più
tranquillo, mi sono tolto una curiosità. Spero che riposino bene
anche i lettori del Tamburo – posso ragionevolmente garantirvi che
domani mattina il Sole splenderà ancora, e che i conti tornano
(abbastanza. Ma i neutrini? Boh...)
Poi, parlando con un amico, ci siamo chiesti quanto potrà andare avanti, il Sole, a quel ritmo. Beh,
tanto: a spanne, immaginando che il consumo sia costante per tutta la
vita (ipotesi semplicistica, lo so) e che lo bruci tutto (altrettanto
improbabile) saltan fuori 75 miliardi di anni. Consideriamo anche che non
tutta la massa è idrogeno, ma contiene anche un 25% di elio
primordiale, derivato dal big-bang. 75 miliardi di anni sono tanto,
anche perché si stima che il Sole abbia circa 4 miliardi di anni e
mezzo, e che brucerà idrogeno (resterà nella sequenza principale,
dicono gli astronomi) per almeno altri 4 miliardi di anni. Poi
espellerà i gusci di gas esterni, emetterà quello che chiamiamo una
nebulosa planetaria, e resterà una nana bianca. Quindi la maggior
parte (sette ottavi?) dell'idrogeno presente all'inizio non viene
bruciato, ma ritorna nello spazio dove potrà dare origine a nuove
stelle. Aveva ragione Lavoisier, nulla si crea o si distrugge, ma
tutto si trasforma; e, nel cosmo, molto si ricicla.
Per finire, ecco un resto di supernova; la nebulosa "Velo del Cigno" è ciò che rimane quando una stella (decisamente più grande del Sole, a dire il vero) finisce esplosivamente la propria esistenza. I gas e le polveri emessi dalla supernova esplosa contengono ossigeno, idrogeno e zolfo, e risplendono ancora dopo migliaia di anni dall'esplosione. Immagine ripresa da Caprauna dal sottoscritto, due settimane fa. Dalla mia pagina G+ potete scaricarla in risoluzione più alta, se la usate come sfondo del desktop non me la prendo mica ;-)
E mica ciccia!
RispondiEliminaGran bel post!
Mi sono perso con i vari calcoli ma credo che anche con tutta la buona volontà... mi perderei lo stesso, però, calcoli a parte, ci sto dentro di brutto.
Clap, clap...
L'immagine della nebulosa "Velo del Cigno" è stupenda, non la metto come sfondo del desktop solo perché il rosso mi fa sangue e poi rischio di prendermela più del dovuto con gli 0 e gli 1.