Ve lo ricordate il post "Meditate gente, meditate"? (per chi non ricorda o non ha mai letto, è consigliabile un giro prima di continuare la lettura)
Nei commenti si era prospettato di approfondire l'argomento e io, oggi, questo vorrei provare a fare: approfondire. Ma vista la complessità dell'argomento, preferisco che a farci riflettere sia una persona che lo fa di mestiere. Allora, seduti che si comincia...
Buon Halloween a tutti i collaboratori e lettori del Tamburo!
Halloween è una festività che ha origini celtiche e che è diventata davvero popolare negli Stati Uniti.
Che lo festeggiate o meno, volevo segnalare qui qualche simpatico episodio Disney, incentrato su Halloween, sempre bello da vedere e rivedere.
Incominciamo con un classico datato 1952, La notte di Halloween, i cui protagonisti sono Paperino, i suoi nipoti (Qui, Quo e Qua) e la stravagante strega Nocciola.
Continuiamo la rassegna con un episodio maggiormente recente, ma non per questo meno meraviglioso.
Trattasi di una rivisitazione della celebre fiaba dei fratelli Grimm Hänsel e Gretel, in cui quest'ultimi vengono rappresentati rispettivamente come Topolino e Minnie.
Il tutto è accompagnato da un eccezionale sottofondo musicale, la Danza Macabra op. 40 di Camille Saint-Saëns.
Ed ecco un altro episodio con sottofondo musicale superlativo!
Sto alludendo a Paperino e lo spavento di Halloween, nel quale la maggior parte delle scene è accompagnata dal brano In the Hall of the Mountain King ("Nell'antro del re della montagna"), tratto dall'opera Peer Gynt, del compositore norvegese Edvard Grieg.
Se volete poi ascoltare la suddetta composizione eseguita da un mostruoso pianista (Denis Matsuev), eccovi accontentati:
Concludiamo la carrellata con altri 2 super classici.
Il primo è l'episodio Gli scacciafantasmi, datato addirittura 1937.
Protagonista è un trio (Topolino, Paperino e Pippo) un po' imbranato di scacciafantasmi, alle prese con spettri burloni e pestiferi.
Il secondo è un vero e proprio mediometraggio, presentato nientemeno che dal grande Bing Crosby, uno dei cantanti più celebri dell'epoca del jazz.
Si chiama The Legend of Sleepy Hollow ("La leggenda della valle addormentata") ed è stato realizzato nel 1949.
La storia è incentrata su un bizzarro maestro di scuola che si innamora di una giovane fanciulla, Katrina.
In effetti, i primi minuti potrebbero non sembrare in tema con la festa di Halloween, tuttavia la parte finale riserverà delle sorprese.
Il mediometraggio in questione potete vederlo cliccando qui, a seguito di un ulteriore mediometraggio (Il principe e il povero).
Come ciliegina sulla torta, riporto un video in cui Louis Armstrong interpreta il brano Skeleton in the closet.
L'orto di papà
OK, lo so che lo avete già letto ma questo post vorrei davvero averlo scritto io. Per dire le bes'cie (dorifore) le raccoglievamo a mano anche noi (ragazzi) e poi le buttavamo nel barattolo (tulot) con la nafta (gasolio). E, essendo contadini, le patate non si mettevano nell'orto ma nei terreni meno argillosi (più saulin).
Adesso sono il responsabile della vangatura dell'orto, alle dirette dipendenze di Nonna (la mamma) che regola le attività con la Luna.
[...] Bisognerebbe forse partire dal Teorema di Pitagora: è senza dubbio il
teorema più noto e più usato, oltre che di antichissima origine. Viene
applicato così estensivamente che potrebbe essere ben rappresentato solo
da edifici che siano ad un tempo nobili, antichi, e naturalmente
squadrati: niente docili curve, solo solidi rettangoli o triangoli, per
un teorema così dichiaratamente ortodosso e ortogonale. La scelta,
insomma, non sembra essere troppo difficile: o si opta addirittura per
una non-scelta, dichiarando che il teorema di Pitagora è brillantemente
rappresentato da tutta l’edilizia del mondo, che dall’inizio dei tempi
ne ha fatto larghissimo uso, oppure ci si deve dirigere ineluttabilmente
sugli edifici più antichi, più colossali, più squadrati della storia
dell’uomo, le Piramidi egizie. La Grande Piramide di Cheope potrebbe
davvero essere una buona risposta alla domanda “Se fosse un edificio,
che edificio sarebbe il Teorema di Pitagora?”. [...]
Ma ho visto le palline! Se noi mettiamo lì dei laureati che prendono degli stipendi [...] Per la diaria [...] senza copertura [...]
Attorno a 9:40, circa non sono bravo, nel video qui sotto, cioè no nel video che trovate in uno dei link qui sotto.
Io lo so benissimo che mi sto facendo dei nemici, c'è anche tra i tamburisti chi sta con Grillo (& Casaleggio, non dimentichiamoci chi c'è dietro (i poteri forti/occulti))! Ma dai sarebbe davvero perfetto a vendere le pentole o i numeri del lotto nelle tele locali. E il grillino, rappresentante dei grillini che l'hanno eletto a loro rappresentante (e, per favore, si attenga al programma non come ha fatto recentemente) è la spalla perfetta.
Adesso ditemi dove sono le differenze con la Lega Lumbarda, quella di 20 anni fa (poi è peggiorata sempre di più e è entrata nel sistema, vedi Maroni in Lombardia). Ma davvero vi va di fare la parte del Rappresentante Soddisfatto della foto?
Naturalmente il mio è uno sfogo (di un vecchio che in fondo in fondo non crede più in questo paese), aspetto commenti, anche feroci, anzi, benvenuti fin d'ora. E poi magari capisco qualcosa che mi sfugge (forse, vorrei).
Prima di ricominciare a svolgere in pieno le mie funzioni di collaboratrice e AD del Tamburo (mentre ero in viaggio ne ho solo controllato con discrezione l'andamento) faccio un breve resoconto del mio viaggio.
Sono partita da qui
e ritornata qui
passando all'andata da qui
aeroporto di Barcelona
e al ritorno da qui.
Madrid Barajas
Ho usato quasi tutti i mezzi di locomozione esistenti (a parte tutti i mezzi di navigazione, mancano solo la bicicletta, il tram e il risció): ho usato aereo, treno, taxi, autobus, auto, metropolitana, funicolare, ascensori, scale mobili e naturalmente il buon vecchio caval di San Francesco...
Ho visitato le città di Padova
Piazza della Frutta e Palazzo della Ragione
l'antico orologio di Piazza dei Signori; dai segni zodiacali rappresentati manca la Bilancia
Prato della Valle, sullo sfondo Santa Giustina
(purtroppo troppo presto per l'inaugurazione delle nuove installazioni dell'Orto Botanico, il più antico del mondo)
e anche Bergamo, ma in quelle poche ore non ho potuto godermi il Festival Bergamoscienza, che si è svolto dal 4 al 20...
la funicolare
in treno, dal ponte sull'Adda
(mi scuso per queste foto, ma le ho fatte usando per la prima volta da imbranata il telefonino e sono venute tutte sfocate, la prossima volta mi farò dare lezioni dal nostro Marco Bruno...)
Che dire di Genova? ci sono andata, per poche ore, ma stavo già per andarmene dall'Italia quando è iniziato il Festival della Scienza, tuttora in pieno svolgimento (sabato prossimo per esempio ci sarà l'intervento di Dario Bressanini, che mi perderò così come mi son persa quelli di Marco Cattaneo, di Amedeo Balbi e di altri...).
stazione Brignole
piazza della Vittoria
sotto i portici di corso Buenos Aires, così come quelli di via XX Settembre, resistono questi bei marciapiedi
piazza Gae Aulenti
Neppure nei miei frequenti passaggi per Milano son riuscita a vedere qualcosa: né la mostra Brain al Museo di Storia Naturale né una almeno delle numerose mostre d'arte, né Warhol né i marmi di Rodin (i bronzi già li avevo visti in una mostra qui in Canarias) né Matisse né altro... Sì, lo so, tutte queste mostre durano tuttora e proseguiranno per un bel po', ma io già non sono più in Italia.
davanti alla stazione di Porta Garibaldi
intagliatori di zucche di Halloween, mercatino nella piazza coperta sotto il palazzo della Regione Lombardia
Vabbè, quest'anno è andata così, in fondo ero andata solo per svolgere pratiche burocratiche, spero che a primavera vada meglio (magari riuscirò anche a conoscere "dal vivo" alcuni dei miei amici e dei collaboratori del Tamburo)
Allora, signor Mozart, le ho concesso un bel po' di tempo per riprendersi dal grande stress che questa intervista le comporta. Se la sente ora di continuare il suo interessante racconto? Se non sbaglio, lei si fermò dicendo che l'attenzione di suo padre venne catturata dal mio paese, l'Italia. Può illuminarci su ciò che accadde?
Ebbene sì, la mente di mio padre venne così pervasa dal vostro paese, l'Italia, il mitico paese della musica, ove nacquero grandi compositori come Antonio Vivaldi, Tomaso Albinoni, Alessandro Marcello, Alessandro Scarlatti, ecc., al punto che il 12 dicembre 1769 fui costretto per l'ennesima volta ad abbandonare Salisburgo, destinazione nord Italia.
Devo tuttavia ammettere che il periodo trascorso in Italia fu molto piacevole.
Due città, in particolare, ci trasmisero notevole calore ed entusiasmo: Mantova e Verona.
Ogni giorno io e mio padre assistevamo, pieni di gioia, a un'opera diversa e partecipavamo alle numerose feste che venivano organizzate.
Non mancò però il tempo di posare per un magnifico ritratto del sottoscritto che venne realizzato da Saverio della Rosa.
La città che però più di tutte rappresentò il centro focale del suddetto soggiorno italiano fu sicuramente Milano.
A Milano, infatti, mi venne commissionata la produzione di alcune Sinfonie e del Mitridate, opera seria in 3 atti.
La interrompo giusto un secondo. Volevo cogliere l'occasione di far ascoltare ai lettori del Tamburo una delle Sinfonie a cui lei sta alludendo, ovvero la n.10 K 74, che lei compose proprio a Milano nel 1770.
Sì, confermo. La mia straordinaria mente partorì tale Sinfonia nella primavera del 1770.
Comunque, ciascuna tappa italiana ci riservò diverse sorprese molto significative.
Ad esempio, a Parma conobbi l'allora celebre soprano Lucrezia Agujari, soprannominata "La Bastardella" o "La Bastardina"; a Bologna mi venne presentato Padre Martini, "semidio italiano", nientemeno che uno dei teorici della musica più rilevanti del Settecento; a Firenze rimasi letteralmente di stucco nell'ascoltare il famoso sopranista Farinelli.
Ho due domande da sottoporle riguardo quanto ha appena raccontato. Innanzitutto, può cortesemente spiegarci perché la soprano Lucrezia Agujari veniva chiamata "La Bastardella"? Sono sicuro che i lettori del Tamburo saranno curiosi di ascoltare le ragioni di tale appellativo.
Con piacere. Lucrezia Agujari era uno straordinario soprano di coloratura, dotato di una grande estensione vocale e di un'incredibile capacità nell'eseguire con la voce virtuosismi assai complicati.
Esistono diverse spiegazioni circa l'origine del suo particolare soprannome:
Alcuni hanno sostenuto che ella fu la figlia illegittima di Leopoldo Agujari;
Altri hanno invece affermato che venne abbandonata dalla sua famiglia e cresciuta dagli Agujari.
Comunque sia, ciò che conta davvero è sottolineare la sua bravura, come ha fatto lo storico della musica Charles Burney, il quale scrisse sul suo conto:
"Davvero è stata un'interprete formidabile. Il registro grave era pieno,
rotondo, d'eccellente qualità e la sua tessitura, dopo che ella aveva
abbandonato il suo registro naturale, andava oltre qualunque cosa sia
mai stata data d'udire prima. Raggiungeva due ottave nel suo registro
naturale e sopra a questo, in gioventù, aggiungeva un'altra intera
ottava. Sacchini mi ebbe un giorno a dire di averla sentita raggiungere
un Si bemolle nel registro altissimo. I suoi trilli erano aperti e
perfetti, la sua intonazione accurata, la sua esecuzione spiccata e
veloce e il suo stile nobile e maestoso. Sebbene i registri patetici e
teneri non fossero nelle sue corde, e il suo aspetto non vi si
addicesse, aveva tuttavia espressioni toccanti e avrebbe potuto
raggiungere la perfezione se appena la sua esecuzione fosse stata più
aggraziata in queste parti, e il suo aspetto temperato da una dolcezza e
timidezza più femminile."
L'eccellente soprano morì a soli 36 anni, nel 1783, per "infermità di petto", la denominazione che usavamo a quei tempi per indicare la tubercolosi, tuttavia non mancò chi disse che era stata avvelenata da una rivale!
La seconda domanda ha a che fare con Farinelli. Può illustrare per bene ai lettori del Tamburo cos'è un sopranista, una tipologia di cantante oggi non molto comune?
La risposta è molto semplice: un sopranista altro non è che un uomo in grado di cantare nello stesso registro di un soprano, ossia una cantante, come "La Bastardella", che possiede una voce estremamente acuta.
Ai miei tempi c'era una gran quantità di sopranisti, artisti castrati che riuscivano ad eseguire senza problemi le parti adatte ad un soprano, al punto che vennero composte persino opere che valorizzassero tali singolari voci. Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, dettoFarinelli, è il più famoso cantante lirico castrato della storia.
Egli soleva spesso cimentarsi in sfide musicali con il suo trombettista.
Come racconta infatti Burney:
"Aveva luogo ogni sera una gara tra lui ed un famoso esecutore di tromba
che accompagnava col suo strumento un'aria cantata dal Farinelli. Sembrò
sulle prime un'emulazione amichevole, di carattere semplicemente
sportivo, fino a che il pubblico incominciò ad interessarsi alla
contesa, parteggiando per l'uno o per l'altro; dopo che ognuno,
separatamente, ebbe emessa una nota per dar prova della forza dei propri
polmoni tentando di superare il rivale in vivacità e in potenza,
eseguirono insieme un crescendo ed un trillo a distanza di una terza e
lo sostennero a lungo mentre il pubblico ne attendeva ansiosamente la
fine poiché entrambi sembravano esausti; e infatti il suonatore di
tromba, sfinito, cedette, convinto tuttavia che il suo antagonista fosse
altrettanto stanco e che tutto si sarebbe concluso in una battaglia
senza vincitori né vinti."
Devo aggiungere che i rari sopranisti di oggi non sono castrati; quelli castrati sono praticamente scomparsi nel Novecento (l'ultimo è stato Alessandro Moreschi).
La particolarità della loro voce deriva invece da disfunzioni endocrinologiche oppure da una laringe non completamente sviluppata.
Mi scuso per le interruzioni e la prego ora di continuare il racconto delle sue "avventure" in Italia.
Adesso vi racconto un episodio che metterà in luce il mio eccezionale talento mnemonico e forse scatenerà un pochino di invidia nei lettori!
Tutto accadde l'11 aprile 1770, giorno in cui mi trovavo a Roma, nel bel mezzo delle celebrazioni per la Settimana Santa.
Ebbi l'occasione di ascoltare - una singola volta - il Miserere di Allegri, una complessa composizione corale, tramata su 4-5 voci, fino a 9 nella chiusa, e riuscì a riscriverla sui fogli da spartito dalla prima all'ultima battuta. Sono stato bravissimo, vero? Non a caso sono entrato nei libri di storia, non sarò mai dimenticato e le mie composizioni verranno eseguite in eterno!
Mio padre Leopold scrisse a tal proposito:
"Il Miserere è oggetto di tale venerazione che ai cantori è proibito, pena la scomunica, di copiarne anche solo due righi...Orbene: tutta Roma lo sa, perfino il Papa, che Wolfgang ha trascritto tutto il Miserere: senza un errore, come sotto dettatura."
Il giro in Italia terminò il 28 marzo 1771, giorno in cui rientrammo a Salisburgo, dopo aver girovagato tra le città italiane, tra cui Napoli, Torino, Venezia, Vicenza.
Tornammo portando con noi, peraltro, la commissione di una nuova opera per il Carnevale di Milano; ciò dovrebbe far subito capire che la permanenza a Salisburgo fu davvero brevissima.
Il 13 agosto mi trovai infatti nuovamente in viaggio verso Milano, il secondo viaggio con destinazione Italia.
Si trattava di un periodo speciale, dato che, di lì a poco, ci sarebbero state le nozze dell'arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa d'Austria, con Maria Ricciarda Beatrice d'Este, nipote del duca di Modena Francesco III.
L'intero mese d'ottobre fu dedicato ai festeggiamenti per tale matrimonio attraverso un'opera di Johann Adolf Hasse, due balletti, e la mia opera Ascanio in Alba.
L'Ascanio in Alba K 111 è, in particolare, una "festa o serenata teatrale" in 2 parti su libretto del poeta Giuseppe Parini.
La trama è incentrata appunto sulla figura di Ascanio, nipote della dea Venere, a cui la divinità mostra il paesaggio ameno dove sorgerà la città di Alba,
in uno scenario bucolico popolato da Ninfe e Pastori, dove ella è
venerata e su cui Ascanio dovrà regnare dopo aver sposato Silvia, la
Ninfa della stirpe di Ercole, che gli è stata promessa.
Il sottoscritto riuscì a portare a termine la suddetta serenata nel settembre del 1771.
Essa venne eseguita per la prima volta il 17 ottobre nel Regio Ducal Teatro di Milano, riscuotendo un grandioso successo, tanto da oscurare addirittura l'opera del vecchio Hasse, compositore ufficiale della Milano musicale.
L'arciduca Ferdinando rimase così colpito dallo straordinario lavoro che avevo messo a punto che fu sul punto di assumermi.
Ma tale proposito venne subito raggelato da un celebre biglietto di Maria Teresa, il quale recitava:
"Non credo abbiate bisogno di gente inutile! Questi Mozart sono perennemente in giro per il mondo, come pezzenti."
(Maledetta strega!)
Quel biglietto spazzò dunque via tutte le speranze di Leopold di trovare un impiego stabile per il figlio.
Nel frattempo, a Salisburgo, deceduto il principe arcivescovo Sigismondo, era stato eletto Hyeronimus Colloredo, molto ambizioso, severo, ben più focalizzato a salvare le finanze che la musica.
Nonostante ciò, il nuovo periodo a Salisburgo fu per me molto fruttuoso.
A maggio offrì al nuovo arcivescovo la serenata Il sogno di Scipione, diverse sinfonie, comprese tra la K 123 e la K 134, e poi una manciata di Divertimenti (K 131, K 136-138).
Sorpreso dal mio talento musicale, Colloredo fece uno strappo alle regole e ci concesse di ripartire, ancora una volta, per l'Italia, al fine di mantenere l'impegno di fornire una grande opera per Milano.
Ora ho però bisogno di una pausa. Racconterò il seguito la prossima volta.
No problem. Si prenda il tempo che le serve. Rimaniamo in attesa di saperne di più sull'opera per Milano.
Questa davvero non so come classificarla.
Anche perché quando si parla di cose scientifiche la Repubblica è pari merito con il Corriere del tutto inattendibile.
E la psichiatria è una roba scientifica vero? E quindi anche le cose della Lega.
O la mettiamo nel dominio del nuovo che avanza?
Ma in questo caso non siamo troppo avanti?
No, dai!
Ecco, secondo me è una cosa di stagione: Halloween, si stanno preparando per la festa, la notte tra giovedì e venerdì.
E, secondo me, quest'anno la stanno preparando davvero bene, bravi!
Guarda qua:
Se viene bene possiamo replicare per il primo aprile. Certo, anzi li scritturiamo noi del Tamburo, che ne dite?
Sì dev'essere così, anche perché c'è la mano e la testa del dr.Trota e di lui ci si può fidare. Oggià, Pota!
Il bello del Web! Trovi di tutto. Per esempio un po' di tempo fa sono capitato qui: Ebooks libres et gratuits e girando a zonzo mi è venuto in mente Giulio Verne. Sì quando ero piccolo si chiamava Giulio! Di lì a cercare De la Terre à la Lune il passo è stato brevissimo. Anche per via che mi son detto "chissà in francese...".
Poi l'ho letto con grande difficoltà. No, non per via della lingua (Verne è facile) ma per le cazz cose inverosimili che racconta. Tutto è falso come una banconota da un euro (OK, la versione originale fa riferimento a quella da tre dollari ma ci siamo capiti, vero?). Riporto un dialogo relativo ai lunatici, nei senso di quelli che credono all'influenza della Luna per tutto, anzi di più. E siccome sono mooolto buono la copio da una traduzione in italiano:
- Nemmanco io ci credo; eppure la storia ha registrato fatti al certo sorprendenti. Così, per esempio, nel 1693, mentre infieriva un’epidemia, le persone morirono in maggior numero il 21 gennaio, nel momento d’un eclissi. Il celebre Bacone sveniva durante gli eclissi lunari e non ritornava in sé che dopo l’intera apparizione dell’astro. Il re Carlo VI ricadde sei volte in demenza nell’anno 1399, tanto alla luna nuova, quanto al plenilunio. Alcuni medici hanno registrato il mal caduco tra quelli che seguono le fasi della Luna. Pare che le malattie nervose soffrano spesso la sua influenza. Mead parla di un ragazzo preso dalle convulsioni quando la Luna entrava in opposizione. Gall aveva osservato che l’esaltazione delle persone deboli cresceva due volte al mese, nel tempo della luna nuova e del plenilunio. Infine, ci sono ancora mille osservazioni di questo genere sulle vertigini, le febbri maligne, i sonnambulismi, le quali mirano a provare che l’astro delle notti ha una misteriosa influenza sulle malattie terrestri. - Ma come? perché? domandò Barbicane. - Perché? ribatté Ardan. Ti darò la stessa risposta che Arago ripeteva diciannove secoli dopo Plutarco: - «Forse è perché ciò non è vero!»
Ecco, è proprio quel tipo di discorsi che mi fa incazz non riesco a sopportare. Si parte con enunciare una cosa e subito dopo si dice "ma non è detto che sia vero, anzi neanch'io ci credo". E poi c'è un'altra roba che proprio non mi va giù: il libro l'avevo letto da piccolo, molto piccolo. E il ricordo mi ha indotto a scaricarlo e leggerlo. Male! Pessima idea; sono convinto che quello che avevo letto era una versione ridotta e probabilmente depurata di parecchie delle sciocchezze presenti. Cosa che naturalmente non potrò verificare.
Ora Jules Verne viene classificato tra gli autori di Fantascienza e quindi va bene. Meno bene quando idee strampalate come quelle presenti nel libro ci bombardano quotidianamente. Non solo l'oroscopo di Paolo Fox che la Rai e Magalli ci propinano quotidianamente, te le trovi dove meno te l'aspetti, guarda qui:
Ecco, come ci si deve comportare in questi casi? Basta una risposta come quella di Marco? O non sarebbe meglio ripetere ancora una volta che è tutta fuffa.
E poi che la Rai oltre ai giochi scemi tipo punta il dito ai pakki diffonda Voyager (per vedere chi sia Corbucci sono finito lì) proprio non mi va.
Insomma sto diventando intollerante, sempre di più. Figurati che ieri me la sono presa anche con l'amico Luigi, Bit3Lux. Devo curarmi. Ah! ho visto che c'è anche Voyage au Centre de la Terre, me lo leggo, questo lo ricordo, e so che non ha pretese di verosimiglianza.
Mica puoi leggere solo roba del 'puter, dove peraltro anche lì ci sarebbe da ridire. OK, chiudo qui (non è giornata, meglio che vado a farmi una passeggiata).
Di cosa si tratta?
Beh, ne ha già parlato Juhan in "Non solo bosoni", ma io voglio riprenderla questa cosaperché non capita tutti i giorni di avere a disposizione un fisico delle particelle che lavora al CERN di Ginevra (ed altro) che si mette a rispondere alle domande dei propri lettori.
Io l'ho trovata un' ottima e lodevole iniziativa e come me (a leggere i commenti) tutti i lettori ed i fortunati che hanno potuto porre le proprie domande. Ma anche coloro che domande non ne hanno fatte.
Non so se la prima prova di suggerimenti ha funzionato; oggi replica poi vedeò di trarne le conclusioni.
Sì parto alla grande, la volta scorsa con Marco, oggi invece con Marco!
Seguite i loro blog vero? Sono talmente sicuro di sì che non metto neanche i link.
Future historians will probably regard Italy as the perf ect showcase of a country which has managed to sink f rom the position of a prosperous, leading industrial nation just two decades ago to a condition of unchallenged economic desertif ication, total demographic mismanagement, rampant “thirdworldisation”, plummeting cultural production and a complete political-constitutional chaos.
Viene dalla London School of Economics and Political Science (LSE).
E poi tutte d'un fiato ecco le altre notissie o si dice niuss?
La mia amica Valeria da piccola era l'unica all'asilo che sapeva qual era il verso del tacchino. Poi un giorno abbiamo scoperto una cosa stranissima: la rana e la cornacchia, molto diverse fra loro, facevano lo stesso verso.
Vabbe', a questo punto lo sapete tutti, ma per sicurezza vi avvisiamo che in questo blog possono esserci cookies. Cliccate qui per accettare, altrimenti qui trovate ulteriori informazioni su privacy e cookie.