venerdì 26 luglio 2013

Lo stato di salute dei blog

toh! un quadrifoglio
di solito sono in gruppo
"i social sono il modo principale di accesso alla rete dalla maggior parte dell'utenza, e monetizzano la loro facilità d'uso instigando gli utenti a vivere all'interno di recinti chiusi, e a godersi una partecipazione alla conversazione semplificata, a base di "like", "+1" e condivisioni che deresponsabilizza soddisfando allo stesso tempo" (cit.)



sì, eccone un altro
"le discussioni che mirano ad andare un po' in profondità, la dimensione di un status update su Facebook o dei 140 caratteri di Twitter mi sta spesso troppo stretta" (cit.)
e un altro ancora



OK, due (cit.) di Marco Delmastro, non so i nuovi ma per Bruna e me Marco è un blog di cui non ci si può fare a meno. Anzi a dirla tutta il font del banner l'ho copiato da lui. E oggi parla dello stato di salute dei blog di divulgazione scientifica, anche per via di quanto ha scritto recentemente Peppe Liberti (importante come Marco).
Insomma, facciamo che il post lo leggete, lo trovate qui: Un punto di partenza, forse, non certo la tappa d'arrivo.

c'è anche chi lavora



Il Tamburo Riparato non rientra in quella categoria, siamo più sul varie-e-ventuali ma, almeno io, sono d'accordo con Marco. E Facebook
da un po' lo frequento davvero poco: faccio gli auguri di compleanno, metto gli avvisi per i nuovi post, rispondo alle chiamate dirette e bon. C'è invece chi è molto più attivo, bene, sono contento per loro ma io ho bisogno di poter scrivere di più di quello che si usa di là; anche quando non ho niente da dire.



Per esempio come farei a dire che queste immagini sono il frutto della pigrizia di Ginger che deve ancora imparare cosa sono le passeggiate. per adesso siamo sui 100 metri, decisamente troppo poco, possiamo e dobbiamo migliorare. OK per le pause ma dopo si riprende. E durante le pause possono succedere tante cose, come oggi; era una pausa tecnica (cacca).

alacremente
 


Al mattino presto poi capitano cose come questa: ti sembra di aver conquistato il mondo (OK, larga parte del _) e sono in tutto dieci visite. Ma che sudisfa!

E comunque noi a luglio facciamo il record di visite, per via del compleanno, l'enigmistica, la matematica (ma davvero c'è a chi ci piace quella roba lì?), il web...

4 commenti:

  1. Sto seguendo la discussione da qualche giorno.
    Con tutto il rispetto per i vari blogger che ne stanno parlando (scientifici e non), comincia un po' ad essere "ripetitiva". Ogni tanto riesce fuori la morte dei blog, e dei blog scientifici in questo caso; poi sarà una coincidenza, ma queste discussioni partono quasi sempre in concomitanza con i periodi "magri" del web (l'estate è uno di questi).
    Dico che la discussione è abbastanza ripetitiva perché più o meno girano sempre le stesse cose: poca partecipazione, feedback quasi zero, social che "rubano" i lettori, tecnologia che non aiuta, scarsa capacità di fare gruppo ecc. ecc.
    Poi ci sono le idee, i buoni propositi..., ma passa il momento, tornano un po' di visite e tutto rimane come era con buona pace di idee e buoni propositi. E mentre i blog scientifici stagnano su se stessi, i social "corrono", così, alla prossima discussione, a partecipare saranno sempre meno blogger perché qualcuno nel frattempo o ha gettato la spugna, o si è "adeguato" trasferendosi sui social.
    Occorrerebbe avere il coraggio di ammettere che una buona parte della responsabilità della poca partecipazione sui blog è proprio del blogger che non si mette in discussione e che continua a bloggare come si faceva 4 o 5 anni fa (ma anche più) e con le stesse identiche tecnologie. Beh, io chiedo a questo blogger: "ma davvero pensi che ti basti trasferire i tuoi contenuti su FB o G+ per avere la visibilità, i lettori ed i feedback che speri?". "Davvero pensi che proponendo sui social gli stessi contenuti che di solito proponi sul blog le cose possano cambiare?". "Non è la Scienza un argomento che ha bisogno di "spazio" ed approfondimento per essere trattata adeguatamente? Pensi di poterlo fare sui social dove tutto è mordi e fuggi?"

    Se posso, un consiglio, caro blogger (scientifico) "demoralizzato":
    rimboccati le maniche e sistema/ottimizza il tuo blog, perché il problema è proprio lì, i contenuti ci possono anche essere, ma se la tua pagina ci mette più di 20 secondi a caricarsi, se per commentare bisogna chiedere il permesso al Papa, se quando ti faccio una domanda tu o non rispondi o lo fai dopo due giorni, se per ricercare un determinato argomento sul tuo blog devo fare i salti mortali, se non mi dici chi sei e che competenze hai, se non mi dai la possibilità di seguirti anche in modalità mobile,.... e tante altre cose.

    E ai lettori, quelli che come me sono interessati a questi benedetti contenuti scientifici: "dove cazvolo siete? Che cazvolo vi costa dare un feedback? Davvero sareste disposti ad accettare su FB e G+ post "corposi e sostanziosi" (per capirci, tanto testo da leggere) o se questo comincia a succedere anche sui social allora anche da lì comincerete a sparire? Ditelo ai blogger cosa cazvolo cercate, cosa cazvolo vi serve; stanno lì apposta!"

    E qui la chiudo perché mi sono rotto:
    nel momento in cui la "divulgazione scientifica" dovesse passare sui social sarebbe la sua morte. I social dovrebbero fare da traino e portare i lettori sui blog per poter davvero approfondire e/o discutere.
    Se le cose non migliorano o addirittura anche i blog scientifici cominciano a sparire, per me il problema sarà minimo: leggo quelli in inglese e come me lo faranno sempre più lettori. Dopo però non lamentiamoci che in Italia non c'è mai niente di buono e che le cose vanno sempre a scatafascio: siamo noi i colpevoli, o perchè non facciamo niente per cambiare, o perché quando lo facciamo, chissà perché, cambiamo quasi sempre in peggio.

    Ultimissima cosa:
    se io sono un produttore di scarpe e mi arriva la concorrenza dei cinesi, ho due scelte: o provo ad abbassare i costi (e quindi la qualità) cercando di arrivare al loro livello, oppure aumento la mia qualità e mi differenzio cercando solo i clienti che questa qualità sanno apprezzarla e magari anche pagarla.

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    1. Un tantino estremista ma non hai tutti i torti, secondo me. Ci sono blog ottimi (tanti), ci sono blogger demoralizzati (capita), il target (avevo scritto mercato poi ho corretto) è piccolo e la moda "culturale" non aiuta.
      E fa caldo, troppo 8secondo me).
      E mancano le emoticons.

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    2. Si, ho scritto di getto, ma perché non se ne può più solo di sentire che le cose non vanno, che bisognerebbe fare qualcosa, ecc., e poi nessuno si dà una mossa, neanche nelle piccole cose che potrebbero migliorare il suo blog, figuriamoci a mettere in piedi un qualche progetto che aiuti a risollevare le sorti della comunicazione scientifica. Comincio a pensare che, o non si ha ben chiaro cosa si vuol fare (nel senso di dare al lettore) con il blog o cosa da questo si vuol ottenere. Per non parlare poi dell'onorevole desiderio di condividere le conoscenze; comincio ad avere qualche dubbio anche su questo.
      E' chiaro che non mi riferisco a nessuno in particolare e so bene che ci sono ottimi blogger che si fanno il mazzo per condividere con i lettori le loro conoscenze. Quello che soprattutto non mi va giù è sentire che qualcuno pensa di "trasferire" dal blog ai social un argomento come quello della comunicazione/didattica/racconto della Scienza. Due sono le cose: o non conosce i meccanismi che "regolano" i social, o di comunicazione (in generale) ci capisce poco; terza e più grave ipotesi: non glie ne frega niente di "dare" e pensa solo alla sua "visibilità".

      PS:
      Estremista? SI! Quando si tratta di salvaguardare la mia formazione e crescita culturale, SI!
      Poi ci sta che mi sbaglio su tutto, ma almeno vorrei un po' di fatti e non solo chiacchiere; son sempre pronto a ricredermi se dall'altra parte vedo almeno un minimo di buona volontà nel FARE.

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    3. Beh, io non sono estremista, ma concordo in toto con Marco. Basta con le parole e avanti con i fatti! Ormai la solfa è sempre la stessa.

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